Lettori fissi

05 settembre 2021

Corsivo, non abbandonarci



L’argomento di cui parlo in questo articolo è il mio argomento "principe", il mio amore, la mia materia: ha tante sfumature che mi rendono difficile capire quando dire "basta" e passare alla prossima sfaccettatura. 

Il post è nato perché ho letto un articolo (ecco il link) che parlava dell'abolizione del corsivo e quando diffondono informazioni distruttive come questa, mi sale un certo reflusso gastrico dalla bocca dello stomaco.

Insegnarlo è un’attività indubbiamente difficile perché richiede molte abilità da parte delle maestre e un certo bagaglio di prerequisiti da parte dei bambini, ma, per qualche motivo, sia le abilità che i prerequisiti sono stati persi per strada a scapito di altre priorità.

I bambini non usano più il loro corpo come dovrebbero, mentre chi insegna, spesso fa salti pedagogici dovuti ai vastissimi programmi da svolgere, perdendo di vista le vere abilità da acquisire durante l’infanzia, tra cui la pazienza e la cura di una bella calligrafia. Non sto colpevolizzando nessuno, ma sto raccontando una delle tante sfaccettature della realtà. Sembra quasi che più la tecnologia evolve, più noi diventiamo incapaci a fare… cose.

Sono cosciente che purtroppo i bambini di oggi arrivino impreparati alla scuola primaria, per vari motivi, talvolta dipendenti dalle istituzioni scolastiche, talvolta dipendenti dalla genitorialità, talvolta entrambe, ma, riferendomi all'articolo sopracitato, non si può rimuovere un insegnamento perché è “difficile” da trasferire. Abolire il corsivo perché è “troppo difficile da insegnare” suona come un gatto attaccato alla lavagna. È come dire “aboliamo le divisioni perché sono difficili da insegnare, tanto c’è la calcolatrice”… è un discorso che non sta in piedi, né dal punto di vista logico e men che meno dal punto di vista didattico-pedagogico. 

I bambini continuano ad imparare a fare le divisioni e le moltiplicazioni, perché devono smettere di scrivere in corsivo?

Ho visto con i miei occhi che molti bambini della scuola primaria odierna, imparano a scrivere "copiando" le lettere seguendo il loro estro. 

Torniamo alla matematica: per imparare a contare bisogna imparare un metodo con delle regole ben precise, altrimenti i calcoli vengono sbagliati. So di essere ridondante, ma vale lo stesso per la scrittura perché poi non ci si può lamentare di quanto le scritture siano poco leggibili e disordinate. 

Ci sono poche regole secondo le quali devono essere redatte le lettere e vanno applicate con rigore. Nella scuola primaria la scrittura deve essere calligrafica, ossia aderente al modello e il modello va insegnato con precisione e cura. Imparare a scrivere fa parte del corollario di regole che un bambino deve apprendere nel suo primo decennio di vita.

La vera personalizzazione della scrittura arriva quando c’è un modello calligrafico consolidato e con molto esercizio. Durante l’adolescenza avviene la frantumazione delle regole imparate durante l'infanzia, con grande gioia da parte dei genitori e inizia la fase di sperimentazione (e questo lo si evince molto bene nelle grafie degli adolescenti). Fa parte del processo di crescita prendere le regole e “distruggerle”, per ricostruire la realtà con occhio personale. Le regole restano in un cartone ad ammuffire, fintanto che l’adolescente capisce cosa fare del suo marasma interiore, poi, ad un certo punto, tornano

Oggi mi fermo.. ma il discorso continuerà.

Ti ringrazio per aver letto questi pensieri,

un grafosaluto da 

La Grafologa Imperfetta

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La Grafologa Imperfetta

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