Sono tornata alla carica e voglio riprendere a scrivere post, perché nel mese di agosto ho messo da parte il blog per concentrarmi su altro, ma ho quasi finito il materiale a disposizione, quindi è ora di darci dentro.
Aste
Come dicevo nella prima parte, le aste sono strettamente correlate con l'inclinazione assiale, ma possono rinforzarne il significato oppure fungere da compensativo. Hanno una sfumatura più intima del significato di "disposizione verso l'altro". Sono legate ad una dimensione più intima dell'affettività.
Si osserva la concavità dell'asta in sé, ma anche la lunghezza della stessa: un'asta concava a sinistra, ma corta e con pressione leggera ha una sfumatura semantica più tenue rispetto ad un'asta concava a sinistra, lunga e magari marcata. Va tutto considerato in base al contesto che si sta studiando: è un concetto che va tenuto presente, sempre.
La parte di lettera che si osserva è quella discendente. Le concavità delle lettere che si "allungano" ovvero "d", "t", "p" sono quelle che, personalmente, osservo per prime, poi mi soffermo sulle "l", le "g" e le "h" che in corsivo possono essere ambigue, in quanto morfologicamente hanno un'asola allungata che può trarre in inganno.
Questo è un argomento abbastanza controverso anche tra grafologi.
Come dicevo nel primo post (Un inizio imperfetto) che ho scritto: si cerca di essere oggettivi, ma è inevitabile che la parte percettiva abbia sfumature diverse da grafologo a grafologo. Ognuno di noi ha la sua sensibilità e il suo modo di vedere il mondo e restituisce alla persona la sua versione, che può essere diversa da quella di un altro grafologo, che magari da peso ad altre parti della grafia o la racconta in maniera differente, secondo il suo stile. Attenzione, sto parlando di sfumature e modi di interpretare e associare i segni, ma ne parlerò nello specifico in un post a parte, perché mi rendo conto che può essere un discorso che confonde.
Calibro
Si riferisce alla dimensione delle lettere della fascia mediana. Si misurano in senso verticale tutte le lettere prive di allunghi e poi si fa una media delle varie misurazioni: il risultato della media matematica restituisce il calibro che si attribuirà poi alla scrittura.
Ho sempre visto la categoria del calibro come un canale dove vengono direzionate le energie della persona. Chi ha tanta energia, avrà bisogno di un condotto grande, di spazio per espandersi, chi ha un'energia più delicata e introspettiva, avrà bisogno di un condotto più piccolo.
Larghezze
Largo di Lettere considera l'apertura degli ovali: si può riassumere questo segno come l'occhio che osserva la realtà.
Largo tra Lettere computa quanto spazio c'è tra una lettera e l'altra: è quanto la persona riesca a fidarsi e "affidarsi".
Largo tra Parole valuta quanto spazio c'è tra una parola e l'altra ed è quanto tempo diamo a noi stessi per elaborare le esperienze vissute. E' il tempo della riflessione e talvolta, quando lo spazio è tanto, della rimuginazione.
Sono tre segni importantissimi che vengono sempre considerati in sinergia per valutare l'equilibrio effettivo delle scritture: è uno studio del segno che caratterizza il metodo morettiano ed è un grandissimo contributo al mondo della grafologia.
Qui mi fermo perché, più avanti dedicherò un post specifico ad ognuno di questi segni, data l'importanza fondamentale della loro rilevazione per definire il quadro di una grafia.
Continuità grafica
Si osserva se le lettere sono collegate tra loro oppure se vengono staccate. Idealmente il corsivo è una scrittura attaccata perché la penna viene staccata solo per fare i puntini sulle "i", i trattini delle "t" e gli ovali, poi, per il resto, generalmente le lettere si susseguono senza necessità di stacchi.
Lo script, ovvero il font che stai leggendo al momento, è la scrittura staccata per antonomasia visto che si rifà alla stampa a caratteri mobili del mitico Gutemberg: le lettere all'interno delle parole sono unità a se stanti, prive di collegamento, in base alla logica della stampa antica. Anche lo stampato maiuscolo è una scrittura staccata: era la scrittura degli scalpellini dell'antica Roma che incidevano parole con martello e scalpello.
Ti ringrazio per aver letto questi pensieri,
Un grafosaluto da
La Grafologa Imperfetta
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La Grafologa Imperfetta
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