Lettori fissi

01 agosto 2021

Cosa osserva un grafologo PARTE 1

Oggi inauguro la rubrica "cosa osserva il grafologo". 

Per quanto sia generale, questo post potrebbe essere un po' troppo lungo, quindi ho ritenuto opportuno dividere il mappazzone in pezzetti più fruibili e perché, sotto sotto, è bello tenerti sulle spine. 😏

In una scrittura ci sono tantissime cose da considerare e quanto sia gonfia l'asta discendente della lettera "g" minuscola in corsivo, è veramente l'ultimo dei miei pensieri.

Alcune persone mi hanno domandato: "se faccio la y così e cosà, cosa vuol dire?", oppure "se ti faccio la mia firma, mi racconti chi sono?". 

La mia risposta è sempre: "può significare tutto e niente, perché è solo un elemento (che sia la firma o che sia una lettera) e va valutato nel suo contesto". Lo stesso vale per la firma: la firma dice molto della persona, ma parlare di una firma senza aver visto la grafia, si rischia di dire delle grandi fesserie perché molto spesso è difforme dal modo in cui le persone scrivono nella quotidianità. I gesti fuggitivi, che in grafologia morettiana chiamiamo "ricci", sono gli ultimi ad essere presi in considerazione perché rientrano nella messa a fuoco finale della grafia. Essi servono per confermare il contesto o per valutare le sfumature in contrapposizione. Nonostante le due dimensioni che occupa sul foglio, la scrittura è più tridimensionale di quanto si creda.

👉 Il primo step che solitamente un grafologo attua nello studio di una grafia è l'osservazione delle caratteristiche generali che si considerano per avere una sintesi della percezione globale.

Innanzitutto si osserva l'impostazione spaziale, ovvero come il nero della scrittura occupa il bianco del foglio: come sono i margini? Com'è lo spazio tra le righe? E' bilanciato o sbilanciato? C'è più bianco o più nero?

Che tipo di energia suggerisce l'aspetto globale? 

Ritmo: è una scrittura statica o scorre? 

Prevale la forma o movimento?

E queste sono solo le prime impressioni.

👉 Il secondo step vaglia le Categorie vere e proprie che contengono i Segni (nel mio caso, del metodo morettiano) per definire la grafia a seconda dei dati rilevati. L'impressione è importante perché dovrebbe essere coerente coi segni trovati successivamente, altrimenti si è stato sbagliato qualcosa da qualche parte. Le categorie sono la parte semplice perché sono dei macro-gruppi dove vengono inseriti i segni che invece analizzano la scrittura nello specifico. I macrogruppi/categorie sono una convenzione istituita in un secondo momento rispetto a quanto raccontato da Moretti, per semplificare il lavoro al grafologo e per evitare di dimenticare qualcosa, visto che i segni sono circa un centinaio.

👉 Il terzo step prevede un ragionamento e la combinazione dei segni sulla base di quanto rilevato, la valutazione del temperamento dominante e la stesura di appunti che poi serviranno per la restituzione alla persona richiedente il profilo.

Basta poco checcevò!? 😂 

L'ultimo step è il momento cruciale in cui si conosce veramente la persona dietro e dentro al foglio di carta, si valuta cosa dire, cosa omettere e cosa dire col guanto di velluto.

Ecco alcune categorie:

Curva/angolosa

E' una delle categorie più importanti perché definisce se una scrittura ha più o meno adattamento nei confronti di ciò che le accade quotidianamente. Sono segni abbastanza complementari tra loro poiché in opposizione: chi ha il segno Curva più spiccato, avrà ovviamente poco Angolo.

Chi ha una scrittura curvilinea è più accomodante, mentre chi l'ha angolosa, lo è meno. Questo non significa che chi ha Curva è buono e chi ha Angoli è cattivo e nemmeno il contrario, perché, come ho già detto, bisogna valutare tutti gli altri segni che rimandano informazioni più specifiche rispetto a questo grande spartiacque. 

Molto spesso ci si trova ad analizzare scritture che sono esattamente nel mezzo tra Curva e Angolo. L'equilibrio tra due poli opposti, solitamente in grafologia, è un bene, anche se rende le cose complicate al grafologo perché non c'è una demarcazione netta della persona, ma una complessità dell'individuo che lo rende capace di affrontare egregiamente più situazioni. In grafologia, diversamente da quanto pensano le persone, se c'è troppa uguaglianza,  staticità e calligrafismo, non è un bene. Il discorso del calligrafismo lo tratterò più avanti quando si parlerà della categoria dell'accuratezza grafica.

Mantenimento del rigo

E' la categoria che prende in considerazione come "marciano" le parole sul rigo di base, che, a livello interpretativo, rappresenta come procediamo nella vita e quanto ne siamo soddisfatti oppure se siamo alla ricerca di qualcosa che migliori la nostra condizione o se siamo stanchi. E' uno di quei segni che possono variare più volte nel corso del tempo, anche da una settimana all'altra.

Inclinazione assiale

Questa categoria molto spesso è rappresentativa della postura fisica della persona infatti indica la predisposizione verso l'altro. Non bisogna confonderla con le Aste letterali, di cui parlerò nel prossimo post, ma sono caratteristiche solitamente coerenti tra loro. E' difficile trovare una persona con un Rovesciata sopra media (segno dell'inclinazione assiale) e le aste concave a destra, ma non è impossibile. Ad esempio: chi è molto impettito, con la schiena ricurva all'indietro e le spalle molto aperte, è difficile che sia una persona accomodante e flessibile, infatti spesso soffrono di mal di schiena causato da una rigidità di fondo che arriva solitamente da esperienze passate.

I segni si compensano o si rinforzano tra loro, è per questo che va guardato sempre il quadro d'insieme dopo la selezione dei segni.

Nella prossima puntata della rubrica "cosa osserva il grafologo" si parlerà di Aste, Calibro e Larghezze.

Stay tuned ✌

Ti ringrazio per aver letto questi pensieri,

Un grafosaluto da

La Grafologa Imperfetta


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La Grafologa Imperfetta

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