Nel post precedente ho accennato ad una particolarità della grafologia morettiana che merita di essere specificata, perché la menzionerò spesso.
Il grafologo, dopo aver fatto un'analisi globale "da lontano" dello scritto, passa attraverso un lavoro più schematico e preciso che si divide il 3 step:
👉nella prima fase rileva i segni e poi, considerati quelli più significativi, passa ad
👉una seconda fase, dove essi vengono combinati tra loro
👉nella terza fase si generano una serie di riflessioni che portano a delineare il profilo grafologico della persona
La restituzione è la conclusione del lavoro e viene data in maniera orale o scritta, a seconda di quanto richiede il committente.
Come funziona nel concreto l'attribuzione del grado?
L'attribuzione del grado rientra esclusivamente nella prima fase.
E' un lavoro preciso, talvolta noioso, ma terribilmente necessario. Si svolge spesso con la lente d'ingrandimento, talvolta con il goniometro e il righello.
C'è chi lavora molto anche con scansioni e ingrandimenti: i computer sono molto utili per vedere certe sfumature, ma si rischia di sconfinare in un approfondimento di dettagli superflui, a meno che non si stia facendo una perizia grafico-giudiziaria.
Nella rilevazione di questi segni (nel post precedente ho parlato del segno Staccata) si attribuisce un grado su base decimale, quindi una specie di "voto" che va da 1 a 10. Salvo alcuni segni, il cui valore anche minimo è da tenere in considerazione, la maggior parte di essi viene considerata solo se di grado medio o alto. Il grado medio corrisponde a 5, mentre un grado alto a 7 o più. I segni rilevati in grado basso, vengono tenuti da conto, ma per delineare sfumature, dove necessario.
A scuola di grafologia ci hanno insegnato ad attribuire questi numeri con estrema precisione, poiché una didattica seria deve seguire questo iter.
Col tempo e l'esperienza si abbandona questa pratica perché si fa "l'occhio", ma l'occhio va giustamente addestrato.
Ho sempre odiato la cavillosità di questo passaggio perché la scrittura varia nel corso della giornata, dei periodi che si stanno vivendo e della vita in generale. Una valutazione fatta in decimi penso cristallizzi la persona, ma la persona è vivente e mutevole, entro certi parametri. Ed è per questo che mi arrabbio tanto quando mi schiaffano sotto al naso una firma e mi chiedono di parlarne come se fossi una veggente. 👿
Il grafologo esperto tende a prendere in considerazione questi segni limitandosi a dire "sotto media", "nella media" o "sopra media". La differenza di attribuzione di 3/10 o 4/10 non è veramente sostanziale nell'analisi complessiva della grafia, perché c'è sempre della flessibilità e della variabilità da tenere in considerazione, soprattutto con quanto osservato nell'analisi globale preliminare.
Questo discorso per dire che la scrittura viene "misurata" in qualche modo, ma, per quanto si cerchi di essere precisi e matematici nel conteggio dei gradi di un segno, non si è mai davvero precisi perché la persona non è sempre uguale a se stessa.
Personalmente ho lasciato da parte i numeri tempo fa perché li trovo "freddi", asettici, insomma poco tridimensionali per descrivere tutte le sfaccettature della persona. Attribuire un grado preciso al segno, trovo che faccia perdere poesia a questo mestiere, ma didatticamente, per chi sta imparando, è importante.
I gradi trovo siano un limite della grafologia perché dal punto di vista umano, sono poco duttili, mentre dal punto di vista scientifico non sono abbastanza precisi per restituire un'analisi veramente oggettiva.
Ti ringrazio per aver letto questi pensieri,
Un grafosaluto da
La Grafologa Imperfetta
Per informazioni o consulenze potete contattarmi via mail a:
lagrafologaimperfetta@gmail.com
oppure su Facebook, Instagram e Tik Tok, sempre come
La Grafologa Imperfetta
Nessun commento:
Posta un commento